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Questo saggio, da intendersi maggiormente come testimonianza o confessione, è nato nell’arco di una notte e sotto forma di sogno. Nel sogno, ben si sa, la mente lavora per associazioni spesso illogiche, inconsce.
Si può dire che è proprio mentre dormiamo che il nostro intelletto è teso, come un arco, verso il grande campo dell’improvvisazione. Per questo motivo, il qui presente, non è altro che un atto improvvisatorio – mi piace credere –, in grado di generarsi con queste pagine e di espandersi con voi.
Comprendere l’improvvisazione è di vitale importanza. Lo è non solo ai fini di un percorso scolastico e musicale ma anche per una visione della vita e della quotidianità.
E allora, la prima domanda da porsi mi pare ovvia: perché è importante improvvisare, oggi?
È importante perché l’improvvisazione è l’elemento chiave che ci permette di comprendere due cose: la libertà e l’incapacità.
La libertà è il primo elemento che dobbiamo ricercare, desiderare e, ancor di più, comprendere per lasciarci invadere. È il grande campo nel quale ci muoviamo, senza direzioni che ci indichino la via, quindi il presupposto ideale per dare origini all’espressività.
Tratto dal libro L’improvvisazione è improvvisata?
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