INDICE ARTICOLO
Gioseffo Zarlino (1517-1590), teorico musicale veneziano e maestro di cappella a San Marco, rivoluzionò la concezione dell’armonia vocale attraverso un sistema che integrava matematica, filosofia naturale e prassi esecutiva.
La sua teoria dell’intonazione naturale, esposta nelle Istitutioni harmoniche (1558), rappresenta un punto d’incontro tra la tradizione pitagorica e le esigenze della polifonia rinascimentale, offrendo una soluzione innovativa negli ensemble vocali.
Il fondamento scientifico del senario
Zarlino ampliò la tetraktis pitagorica basata sui primi quattro numeri naturali introducendo il senario (numeri 1-6), che permetteva di giustificare matematicamente gli intervalli di terza (5/4) e sesta (5/3) come consonanze.
Questo approccio rispondeva a un’esigenza pratica: nella polifonia vocale del Cinquecento, le terze acquisivano un ruolo strutturale sempre più centrale, malgrado il sistema pitagorico le considerasse dissonanti.
La scala naturale zarliniana si costruisce attraverso i seguenti rapporti:
| Intervallo. | Rapporto Freq. |
|————|——————–|
| Terza maggiore | 5/4 |
| Sesta maggiore | 5/3 |
| Settima maggiore | 15/8 |
Questi valori, derivati dalla serie armonica, garantivano un’intonazione più stabile nei cori, particolarmente nelle cadenze e nelle risoluzioni contrappuntistiche.
Lo stesso Zarlino osservava come i cantanti tendessero istintivamente a queste proporzioni, correggendo gli strumenti a temperamento fisso.
La vocalità come modello ideale per Gioseffo Zarlino
Per Zarlino, la voce umana costituiva il parametro assoluto di perfezione armonica. Nelle Dimostrationi harmoniche (1571) sosteneva che il canto incarnasse l’armonia “naturale”, in opposizione alle “artificiose” accordature strumentali.
Questa posizione derivava da una visione neo-platonica che vedeva nella musica vocale il riflesso della musica mundana l’armonia cosmica ordinata da Dio attraverso rapporti numerici.
La teoria trovava applicazione pratica nella gestione delle dissonanze: Zarlino prescriveva di limitarle ai tempi deboli e di risolverle sulle consonanze perfette (ottave, quinte) o imperfette (terze, seste), secondo un sistema che anticipava la gerarchia tonale.
Le sue regole per il contrappunto a tre voci definite “armonia perfetta” esigevano la formazione di triadi complete (fondamentale, terza, quinta), strutturando verticalmente il tessuto polifonico.
Confronto con le accordature strumentali
Mentre per gli strumenti a tastiera Zarlino accettava il temperamento mesotonico (che riduceva le quinte di 1/4 di comma sintonico), insisteva sulla purezza degli intervalli nel canto.
Questo dualismo rispecchiava la distinzione tra:
– Musica artificiale: basata su compromessi acustici per permettere la modulazione
– Musica naturale: fondata sulle leggi matematiche innate nella voce umana
Le ricerche di Vincenzo Galilei, allievo di Zarlino, dimostrarono però le limitazioni pratiche del sistema naturale in contesti modulanti, aprendo la strada ai temperamenti equalizzati.
Tuttavia, studi musicologici recenti (Zanoncelli, 2017) evidenziano come la teoria zarliniana rimanga ottimale per il repertorio vocale modale.
Eredità e studi contemporanei
La riscoperta delle teorie zarliniane nel Novecento ha influenzato:
La prassi esecutiva storicamente informata (es. ensemble vocali come i Tallis Scholars)
Lo sviluppo dei sistemi microtonali (Benoît Mandelbrot citò Zarlino nei suoi studi sulle strutture frattali in musica)
- Le ricerche di psicoacustica sulla percezione della consonanza (Terhardt, 1984)
Uno studio del 2015 (Bodrato-Ermacora) ha verificato sperimentalmente che i cori professionali tendono spontaneamente agli intervalli naturali descritti da Zarlino, con scarti massimi di 2-3 percent rispetto ai rapporti teorici.
Questo conferma l’intuizione zarliniana sull’istintività dell’intonazione vocale naturale.
L’approccio di Zarlino all’intonazione vocale rappresenta una sintesi unica tra speculazione filosofica e pratica musicale.
Pur superato dall’avvento della tonalità e dei temperamenti equalizzati, il suo sistema mantiene validità:
– Nell’educazione vocale, come modello per l’allenamento dell’orecchio
– Nella composizione corale contemporanea di ispirazione modale
– Come ponte tra acustica e percezione musicale
Le recenti edizioni critiche delle opere zarliniane (Fondazione Levi, 2017) e i convegni internazionali a lui dedicati testimoniano l’attualità di un pensiero che seppe conciliare rigore scientifico e sensibilità artistica.
Scarica articolo completo con riferimenti
weblink e approfondimenti in formato pdf
ACCEDI AL MATERIALE ESCLUSIVO SIING PLUS
OPPURE SOSTIENICI
PLUS
Newsletter Siing Plus
Gruppo privato Facebook
Gruppo privato Telegram
Gruppo privato Whatsapp
Scontistica del 20%
Su tutti i prodotti ed eventi organizzati da
Siing Production e Solos MediaAccesso a tutti gli Articoli dei 7 pianeti della piattaforma
Accesso a tutti i Video Corsi, Dispense, Tutorial
4 numeri della rivista Online Siing Magazine 2025
PLUS
Newsletter Siing Plus
Gruppo privato Facebook
Gruppo privato Telegram
Gruppo privato Whatsapp
Scontistica del 20%
Su tutti i prodotti ed eventi organizzati da
Siing Production e Solos MediaAccesso a tutti gli Articoli dei 7 pianeti della piattaforma
Accesso a tutti i Video Corsi, Dispense, Tutorial
Leggi anche l’articolo: DEEP WORK nel canto