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Le mondine: un ricordo e una riflessione sullo sfruttamento partendo dal racconto riguardante un canto di lavoro.
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Marzo giornata internazionale dei diritti della donna. Un giorno in cui secondo me il tempo ha trasformato lentamente il suo scopo. Una mimosa certo, un festeggiare, ma quando riflettere oppure sensibilizzare l’opinione pubblica per esempio con il silenzio? Troppe parole, troppe ricorrenze, ancora oggi la donna vive soggiogata, sfruttata, forse in un modo diverso, ma pur sempre sottomessa.
BASTA!
In questo articolo vorrei ricordarti che fino alla metà del XX secolo il lavoro della monda era ancora presente, un vissuto secondo me surreale, massacrante, che per certi versi rasentava la schiavitù. Bene dopo questo sfogo, che sento dentro il mio vivere quotidiano, passiamo all’importanza del canto usato dalle mondine come strumento di “salvezza” e di “unione” all’interno del loro lavoro quotidiano.
Le mondine ed il loro canto, per poter sopravvivere allo sfruttamento
Le mondine erano le donne che lavoravano nelle risaie, il cui compito era di pulire il riso e strappare il giaveno, un’ erba molto dura e nociva per la crescita del riso.
Le ore di lavoro erano molte, dall’alba al tramonto, i momenti di dialogo erano intervallati da numerosi canti, racconti che narravano le fatiche del lavoro e della vita quotidiana di quel tempo, a semplici canti che “dipingevano” i pochi momenti felici. La trasmissione di questi canti si tramandava per via orale, dalle donne lavoratrici più anziane alle più giovani, proprio nei momenti della “monda” oppure nei piccoli momenti di svago che tendenzialmente erano a fine giornata.
Oggi , quando passo con la mia auto nelle terre del vercellese dirigendomi verso casa dei miei genitori, immagino sempre le figure di queste donne intente a lavorare, e di come abbiano fatto a sopportare tante fatiche e umiliazioni. Sottopagate, costrette a lavorare in condizioni pessime e a sottostare al volere dei sorveglianti o ai caposquadra per guadagnare una paga misera. Riflettendo devo ammettere che forse invece di festeggiare dovremmo ricercare valori come il rispetto per il lavoro, la libertà e la tutela dell’essere umano. Vi vorrei segnalare per gli appassionati di canto popolare questo libro scritto da Placida Staro dal titolo:
“Lasciateci passare siamo le donne. Il canto delle mondine di Bentivoglio”
Vi riporto qui di seguito l’abstract per comprendere la bellezza di questo libro:
“I repertori di canto delle mondine rappresentano superficialmente, nell’immaginario collettivo, la lontana memoria di una originale tradizione musicale. Sono invece specchio di una realtà culturale e sociale nemmeno tanto lontana se il gruppo delle mondine dì Bentivoglio, in provincia di Bologna, vanta ancora il proprio diritto di continuare a trasmettere, lontano dagli stereotipi del revival di maniera, non solo il canto, ma la complessità di una cultura che, seppur faticosamente, vuole sopravvivere e tramandarsi.
Il libro e il Cd audio curati da Placida Staro riportano, attraverso la registrazione di una serata dal vivo, il tentativo di riflettere sulle modalità stilistiche e comunicative del canto corale a distesa della pianura bolognese.
Un canto che le stesse protagoniste definiscono urlato per sottolinearne le implicazioni di antagonismo sociale e politico che l’hanno, fra l’altro, reso protagonista delle stagioni del canto politico del periodo 1960-1980.”
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