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Come ho conosciuto gli Heymoonshaker
Quando lo human beatbox entra in contatto con mondi musicali diversi da quelli ai quali è sempre stato principalmente accostato (è definito il “quinto elemento” dell’hip hop di cui ne è parte integrante), ecco che possono crearsi sonorità innovative, uniche e sorprendenti.
Devo ammettere che il rap e l’hip hop sono generi che frequento e ho frequentato poco, ho sempre ricercato e apprezzato il beatbox dove meno ce lo si aspetta e su questo fronte credo che ci sia lo spazio per scoprire e creare ambienti sonori inauditi.
Nel 2011 comparve su Youtube un video che divenne virale in tutto il mondo e che attualmente conta più di 56 milioni di visualizzazioni: siamo in una strada di Londra e un ragazzo rasato, con una felpa verde, crea con il beatbox ritmi dubstep, imita con la voce il suono del didjeridoo e aggiunge, sul finale, l’utilizzo dell’armonica; il tutto è arricchito da una gestualità fluida che rende ancora più incisiva la performance.
Man mano che i minuti passano c’è sempre più gente intorno a lui, incuriosita, attratta e stupita, incredula che possa accadere qualcosa del genere.
Anche in Italia si diffuse viralmente questo video, il beatbox non era così conosciuto come lo è adesso e ricordo ancora i commenti entusiasti delle persone che, come me, avevano visto il video.
Chi è Dave Crowe?
Il protagonista del video si chiama Dave Crowe e in quel periodo divenne uno dei beatboxer più famosi in circolazione, descritto addirittura come il miglior beatboxer al mondo. Su questa affermazione non erano d’accordo coloro che la scena beatbox internazionale la conoscevano e frequentavano più a fondo, fatto sta che il video in questione divenne popolare come nessun altro video prima d’ora e di conseguenza anche il protagonista.
Ciò che, secondo me, rende ancor più interessante Dave Crowe è l’aver intuito il grande potenziale di questa disciplina, portandola in strada e soprattutto facendola dialogare con altri sound ancora inesplorati fino a quel momento.
Nel 2008, in Nuova Zelanda, incontrò il bluesman e artista di strada Andy Balcon, insieme decisero di creare il duo “Heymoonshaker”, e con esso un sound originale ed unico, iniziando ad esibirsi in strada, continuando ad essere buskers.
Gli Heymoonshaker fondono un blues diretto e crudo con l’energia del beatbox e dopo qualche anno girano il mondo arrivando a suonare in molti clubs e festival dei vari continenti.
Sono stati anche in tour in Italia, in alcune di queste occasioni li ho conosciuti e visti dal vivo ed è proprio nei live che raggiungono il massimo della resa con un’energia, una compattezza e una “presa” sul pubblico elevatissime.
Heymoonshaker e il beatbox blues
Creando un nuovo genere, il “beatbox blues”, sono uno dei primi esempi, e fra i più riusciti, di un utilizzo meno convenzionale del beatbox all’interno del panorama musicale.
Dopo l’uscita dell’ultimo album “Noir” del 2017, e il relativo tour terminato nel 2018, al momento il progetto Heymoonshaker è in stand by: i due musicisti si stanno dedicando a nuovi progetti.
In particolare vi segnalo uno dei nuovi progetti di Dave Crowe, gli “Stranger faces”. Si tratta nuovamente di un duo: un beatboxer e un bassista, 2 loopstation e atmosfere funky o meglio, come lo definiscono loro, “lo-fi funky”!
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