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La straordianria storia di Dulce Pontes a è un ritratto affascinante di una delle più grandi voci della musica portoghese contemporanea.
Con una carriera eclettica che spazia tra il fado, la world music e la musica classica, Dulce Pontes sta lasciando giorno dopo giorno un’impronta indelebile nel panorama musicale internazionale.
Questo racconto esplorerà il suo percorso a partire dall’anno 1991, quando prese vita la sua carriera come cantante, fino ad arrivare alla collaborazione con il più grande compositore dei nostri tempi, Ennio Morricone.
Nata nel 1969 a Montijo, Dulce Pontes si avvicinò già alla tenera età alla canzone tradizionale portoghese (fado) grazie allo zio Carlos Pontes.
Fino all’età di 18 anni, Dulce Pontes visse un periodo di estrema crisi, durante il quale dovette scegliere di abbandonare la danza a favore del canto.
Negli anni successivi, tale scelta giocò a suo favore, e nel 1991 si piazzò all’ottavo posto all’Eurovision Song Contest con la canzone “Lusitana Paixão”.
Da quel 1991, la cantante portoghese ha compiuto un viaggio che potrei definire trasversale, con un’anima unica e guerriera, capace di muoversi con il suo canto tra diversi stili musicali.
Potenza e dolcezza sono le caratteristiche timbriche della sua voce, che le hanno permesso di esplorare nelle sue canzoni nuove sonorità e di fondere con estrema sensibilità la tradizione del canto portoghese con l’innovazione.
Tra le sue pubblicazioni, vorrei citare “O primeiro Canto“, uscito nel 1999, un capolavoro secondo la mia opinione.
Tra i brani spicca “Alma guerreira”, una celebrazione, una ricerca minuziosa del valore del suono e della sua energia. L’ascolto completo di quest’opera ci permette di esplorare suoni strumentali poco conosciuti, dalla moraharpa alla valiha del Madagascar, passando dalle percussioni indiane magistralmente suonate da Trilok Gurtu.
L’idea portante di “O primeiro Canto” è di portare alla luce la potenza del suono che vive all’interno dei quattro elementi universali, facendo così comprendere la forza dettata dall’armonia di un pianeta Terra che, grazie al suono, ci permette di comprendere quanto abbiamo ancora da camminare per lasciarci vivere di mistero.
Il racconto prosegue con l’incontro da parte di Dulce Pontes con il compositore Ennio Morricone.
Era il lontano 1995 quando il compositore Ennio Morricone si innamorò della voce di Dulce Pontes, definendola unica per la sua versatilità e potenza, al punto da volerla partecipe di un suo brano dal titolo “A brisa do curacao”, facente parte della colonna sonora del film “Sostiene Pereira”.
Dopo otto lunghi anni di attesa, arriva il momento in cui le due anime si incontrano in un’opera unica come “Focus”. Il doppio CD “Focus” viene pubblicato nell’ottobre del 2003 dall’etichetta Universal Record.
Una scommessa, una volontà del maestro di portare a compimento qualcosa di unico, dove la voce di Dulce Pontes diventa strumento di bellezza, in cui le composizioni di Ennio Morricone diventano potenti e travolgenti.
Vorrei a questo punto citare “Cinema Paradiso”, intima e toccante, la versione decisamente personalizzata sulla voce di Dulce della “Ballata di Sacco & Vanzetti”, per finire con il tema di “Mission”, dove la potenza e le qualità canore di Dulce Pontes invadono la scena musicale, rendendo questa versione selvaggia e dirompente.
In questo preciso istante, mentre vi sto raccontando questa storia, Dulce Pontes sta vivendo la sua vita in modo decisamente intimista, quasi come se volesse restare fuori dalla scena musicale.
Penso che tutto ciò sia dettato probabilmente da come oggi la musica si stia muovendo, da come l’arte stia perdendo il valore dell’unicità e da come gli artisti siano fagocitati in qualcosa basato esclusivamente sui numeri.
Resta da chiedersi cosa sarà del futuro di Dulce? Quali saranno le sue prossime tappe sonore?
Spero che possa ritrovare quello spirito di anima libera che ho percepito in “O primeiro Canto”, dove tutto si riconduceva all’essenziale e al valore della madre Terra.
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