La Globalità dei Linguaggi (GdL) e l’ambiente Voce
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Scopriamo insieme la disciplina della globalità dei linguaggi (metodo Stefania Guerra Lisi)
La multidisciplinare osservazione del network SIING al mondo della voce, ci porta oggi a scoprire la disciplina della GdL (metodo Stefania Guerra Lisi) e la sua ricerca che, da oltre quarantacinque anni, delinea operatività pedagogica e formativa con le sue numerose pubblicazioni, i convegni nazionali e l’operatività nel campo terapeutico-riabilitativo.
Per chi si addentra nella sperimentazione musicale ed artistica, tende a vivere, più o meno consapevolmente, l’elaborazione dal formale all’informale, dalla parola al suono, dall’articolato all’inarticolato, dall’azione al gesto musicale.
E’ l’esperienza umana che si trasforma in un riverbero di Senso, trasducendo l’azione in significato, il segno vocale in esperienza tonica, la qualsivoglia traccia artistica in un’estensiva e psico-corporea rappresentazione della traccia identitaria del Sé al mondo.
In particolare, la disciplina della gdl risveglia questa attitudine nella naturale predisposizione all’altro,
attivando percorsi di integrazione comunicativa ed espressiva, verbale e non verbale: educatori, psicoterapeuti, artisti, esperti della riabilitazione, ricercatori, handicappati sensoriali, motori e psichici gravi, genitori, convergono nella chiave espressiva comune ad ogni uomo, quella dell’Arte di vivere.
A tal proposito, cito un vademecum davvero prezioso:
“Il Manuale di MusicArTerapia” edizione 2006 della Carocci, recentemente ripubblicato con nuove prassi e un nuovo titolo:
“Pratiche e metodi della musicarterapia nella globalità dei linguaggi”
L’ancestrale metafora di “aggregazione d’energia in materia” è una memoria stratificata nell’esperienza prenatale che ha richiamato ciascun vivente alla vita, predisponendo il grembo come primario ambiente artistico-sonoro che, in una sapiente compartecipazione di forze, guida alla vita.
In questo senso, la GdL dà voce primariamente al Corpo,
riconoscendolo come dispositivo sinestesico per eccellenza, plasmato ed impregnato da memorie intrauterine incancellabili. In una visione unitaria e ontofilogenetica delle Arti e dei linguaggi, costituiscono il personale “modo di stare al mondo, di esprimersi e comunicare” di ciascuno e che maggiormente in casi di estrema sofferenza, affiorano come vera e propria strategia di sopravvivenza e comunicazione.
L’esistere è di fatto un persistere, un sussistere di quella memoria prenatale, in sintesi di forma-suono-movimento come sound comunicativo globale della Persona.
I parametri di “spazio, tempo ed intensità” non sono solo parametri di espressione musicale ma ancor più, espressione di una musicalità della persona di cui, i processi di riconoscimento, valorizzazione ed evoluzione sono strettamente correlati alla sinergica azione di rispecchiamento e dialogo con il mondo esterno. Come nel “grembo materno”, così poi nel “grembo sociale”, affermando la necessità vitale per ciascun individuo di un dialogo vibrazionale con il mondo, per ritrovare se stesso.
Dunque, la competenza musicale e sinestesico-artistica è propria del codice della vita e guida alla comprensione dell’Uomo e del suo necessario “fare insieme per fare se stesso” (Stefania Guerra Lisi)
Questo principio ciclico e rigenerativo di identità nel confronto con l’alterità, riguarda anche la dimensione vocale che, nel suo “nascere e morire al nuovo suono” sperimenta “il varcar la soglia” come in un viaggio dell’eroe che pian piano supera il travaglio per venire alla vita.
La dimensione corporea e solo apparentemente immateriale della Voce è l’invocazione per eccellenza dell’Uomo che anela alla consonanza con il mondo e “dimensioni altre” che sente nel profondo, che lo ri-guardano, che lo pre-sentono, che lo in-cantano.
Nella mia ricerca vocale in qualità di MusicArTerapeuta, ho potuto acuire l’osservazione di un “gesto-voce” come memoria di quella sonorità corporea sviluppatasi, per la GdL, in “sintonia – sincronia – sinfonia” con l’ambiente materno nel tempo della primaria gest’azione.
Dalla visione antropologica del gesto di Jousse alla ricerca vocalica di Stratos, la Voce ri-evoca “stati altri” e snoda interiormente un processo di estenzione del pensiero e del corpo.
Per Jousse, l’Uomo è “animale mimatore” per eccellenza.
Egli rigioca la realtà, la incorpora, la trasforma, riproducendone l’esperienza in un rapporto unico con il mondo.
Per la GdL, maggiormente nel bambino, nell’handicappato e nell’artista (BHA) permane questa sapienza comunicativa e aderenza sensibile alla Vita, attraverso il corpo e la voce.
L’esperienza-Voce ristabilisce un dialogo con il linguaggio emozionale che dice molto più della parola: maggiormente i bambini piccoli, chi non può o non vuole più parlare, ci conduce all’osservazione dei fonemi emessi come metafora di vissuti interiori non esternati volontariamente.
Il “gesto-voce” esprime l’indicibile, riprovocando l’attitudine vitale alla “sincronia-sintonia-sinfonia”.
In una comparazione con le intuizioni di Jousse:
– la sincronia è risvegliata dal “ritmomimismo”, come ancestrale memoria del dialogo ritmico “cuore a cuore” materno-fetale;
– la sintonia è l’esperienza tattile del “corpo a corpo” in un “mimismo cinetico” che rievoca la radice antropologia del gesto;
– la sinfonia è la con-vibrazione dei moti d’animo, radice della musicalità umana e soprattutto dell’interiorizzazione ritmico-melodica della “lingua madre” come anticipazione dell’attitudine alla parola, alla gesticolazione fonetica, interrotta nei casi di mutismo autistico.
La memoria corporea della plasmazione originaria dimostra che la stimolazione plurisensoriale, risveglia, come “agente che agisce l’agito”, l’energia vitale nonostante l’apparente inerzia o la sfiducia nella propria capacità di comunicare di Sé con l’altro, al mondo.
La successione dei primi suoni orali riformula i fonemi emessi dal bambino in un doppio gioco dell’incorporazione della realtà da parte degli stessi organi che, come nei processi di suzione, deglutizione, assaporamento, spappolamento, frammentazione, evocheranno le emozioni e le cose nominandole cioè assimilandole simbolicamente come cibo, come linfa vitale che distilla il sapere-sapore in pensiero.
Dunque per la GdL, l’Uomo ha in-scritto in forma di traccia corporeo-sonora tutte le risposte di accomodamento alla Vita, anche e soprattutto nelle condizioni di estrema sofferenza in cui, potenzialità latenti si attivano, sempre favorevolmente orientate alla vita.
E’ responsabilità sociale ascoltare questo grido e farsi “grembo armonico” che accoglie e valorizza la Persona, in qualunque condizione esistenziale, poiché nessuno di noi può venir al mondo da solo e nessuno di noi può procedere senza una compartecipazione di forze (il mondo, la società, il rispecchiamento nell’altro) che spinge, come fossimo tutti delle doglie espulsive, il singolo alla piena fiducia di sé e del mondo.
La visione integrata della Globalità dei Linguaggi ha attinto dalle ricerche della prof.ssa Guerra Lisi, ideatrice del metodo, artista ed esperta della riabilitazione e dai contributi pionieristici del musicista e semiologo dei primi 900, il prof. Gino Stefani (recentemente scomparso), e continua a delineare nelle preziose pubblicazioni dell’Università Popolare di MusicArTerapia, unitamente a questa mia ricerca e a quelle dei miei colleghi, una nuova pedagogia nel campo della conoscenza dell’Uomo e dell’integrazione delle diversità.
WEBSITE Globalità dei Linguaggi Gdl
Le pubblicazioni sulla Globalità dei Linguaggi GdL
MusicArTerapeuta nella Globalità dei Linguaggi (metodo Guerra Lisi)
Ricercatrice nell’ambito vocale attraverso il progetto GdL“Stereotip…Io – dalla stereotipia vocale al Gospel d’integrazione sociale”
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