Didattica

La tecnica vocale: il mezzo ma non il fine

Cos’è la tecnica vocale per me?

Domanda che da anni rivolgo a me stesso e cerco in ogni mia giornata di darne sempre più forma, sia nella pratica che nell’insegnamento.
Ore di studio quotidiano, più di trent’anni di attività musicale e più di venticinque anni di attività vocale non sono ancora sufficienti per me, ho bisogno ancora di esplorare, di ricercare ma soprattutto di praticare la tecnica.

L’esercizio non mi hai mai spaventato, il tempo non è stato mai per me un problema, la tenacia e la perseveranza sono stati punti di forza per acquisire sempre più la comprensione di questa parola: “Tecnica”.
Studiare non è un obbligo, studiare vuol dire passione.
Quando studi il tempo scorre, quando studi ti senti pieno di energie e propositi, il tuo pensiero si raccoglie nel desiderio di poter eseguire nel miglior modo un passaggio, un fraseggio e un suono.

Quali strategie usare affinchè tu possa sviluppare la tecnica vocale personale?

Cerco di comprendere ogni giorno come la mia voce abbia bisogno delle mie attenzioni, del mio amore ma soprattutto della pratica quotidiana.
Non mi stanco mai di ripetere frasi, azioni e suoni affinchè possa comprendere quale strada mi porta all’eufonia vocale.
Il piacere è un elemento importante, che mi spinge nel praticare uno specifico esercizio, non posso escludere quindi che la tecnica vocale possa definirsi una pratica che mi permetta di ottenere quel piacere atto a non procurarmi ne danno fisico vocale ne frustrazione.

Qui di seguito cercherò di descrivere in breve i punti principali su dove appoggiare secondo me la tecnica vocale.

  • Esercizio quotidiano sull’attacco simultaneo morbido e su eventuali differenze di attacco utili per la mia e vostra musica.
  • Esercizio quotidiano sulla comprensione del respiro nell’applicazione (sia nella fase inspiratoria che espiratoria)
  • Allenamento all’ascolto e all’ascoltar-si
  • Per me tecnica è: non urlare ma cantare
  • Studio del suono vocale ( di solito questa pratica viene chiamata vocalizzo, io l’ho trasformata in studio del suono vocale)
  • Esercizi sulla creatività
  • Esercizi rapportati ad un brano scelto specificatamente per un preciso studio
  • Esercizi di lettura musicale
  • Esercizi sugli armonici
  • Esercizi sulla “de-stabilizzazione sensoriale” una pratica che mi permette di costruire una percezione del corpo utile per il suono.
  • Esercizi di body percussion
  • Esercizi di Batteria vocale
  • Esercizi sul ritmo-vocale (esempio scat–konnakol)
  • Esercizi sulla cordinazione voce-corpo
  • Esercizi di One man band
  • Esercizi sulle scale musicali
  • Esercizi di passaggi di meccanismo
  • Esercizi di trascrizione strumento-voce
  • Esercizi sull’attenzione
  • E per finire esercizio del silenzio

Concludo questa mia riflessione, pensando che la tecnica è lo strumento utile affinchè le nostre emozioni possano esprimersi nella bellezza e nel piacere. Consiglio sempre ai miei compagni di viaggio di costruirsi una tecnica che permetta loro di far crescere una consapevolezza atta a non distruggere il proprio strumento, a far si che il proprio canto possa esprimersi fino all’ultimo giorno della loro vita, ma soprattutto che permetta di lasciare la propria immagine vocale in questo mondo dove tutto oramai è alla deriva.


Leggi anche l’articolo: La bouche qui danse: Angeline Yegnan spiega lo strumento ngongo

Albert Hera

Albert Hera, cantante e sperimentatore vocale ama definirsi un narratore di suoni. Ideatore di Siing Network e di Siing Magazine porta avanti questa grande risorsa con passione ed energia.

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