Perchè lo chiamo Signor Canto?
INDICE ARTICOLO
Il Signor Canto non ci tradisce mai
Il tempo è un fiume che scorre inesorabile, portando con sé ricordi, emozioni e pensieri.
Oggi, ti invito a fare un tuffo nel passato insieme a me, a rivivere un momento cristallizzato nella mia memoria e nelle parole che scrissi esattamente nove anni fa in quel 9 novembre 2015.
Rileggere i propri scritti dopo tanto tempo è come incontrare una versione più giovane di se stessi.
Ci si ritrova faccia a faccia con sogni, paure e riflessioni che forse avevamo dimenticato, o che magari sono evoluti nel corso degli anni.
È un’esperienza che può essere allo stesso tempo nostalgica e illuminante.
Nelle righe che seguono, condividerò con voi un pezzo del mio passato.
Un testo che ho riscoperto recentemente e che ho deciso di pubblicare oggi, senza modifiche o censure.
È un viaggio nel tempo, un’opportunità per riflettere su come eravamo e su come siamo cambiati.
Vi invito a leggere queste parole, a cercare tra le righe l’eco di un’epoca passata e forse a ritrovare un po’ di voi stessi in queste riflessioni che scrissi di getto dieci anni fa.
Perché, in fondo, non è forse questo il potere della scrittura?
Catturare un istante e renderlo eterno, permettendoci di rivivere emozioni e pensieri anche a distanza di anni.
Preparati dunque a questo viaggio nel tempo. Lasciati che le parole ti trasportino indietro di un decennio e, chi sa, forse scoprirai qualcosa di nuovo su te stesso e sul mondo che ti circonda.
La Notte del Signor Canto
Trinità (Cn), 9 novembre 2015
Mi chiamo Albert e vivo in questo piccolo paese vicino a Torino.
Stanotte, mentre il silenzio avvolgeva le strade deserte, mi sono svegliato di soprassalto, il cuore che batteva all’impazzata e il corpo madido di sudore.
Il sogno che mi ha strappato dal sonno era vivido e inquietante: persone che usavano il suono come un’arma per soggiogare gli altri.
Mi sono alzato, ancora scosso, e ho acceso il mio vecchio computer portatile.
Le mie dita hanno iniziato a scorrere sulla tastiera, dando voce ai pensieri che mi affollavano la mente.
Mentre scrivevo, ho sentito emergere la figura del Signor Canto, un’entità che rappresenta tutto ciò che il canto significa per me. Ho ripercorso il mio viaggio con la musica: come mi ha dato vita, come mi ha permesso di esprimermi e di costruire me stesso.
“Il Signor Canto mi ha dato e mai preso,” ho scritto, pensando a come lo strumento canto sia sempre stata una fonte di gioia. “Il Signor Canto è quello che sono,” ho continuato, realizzando quanto profondamente il canto abbia plasmato la mia identità.
Le ore sono passate velocemente mentre mi immergevo nelle riflessioni. Ho scritto di come il Signor Canto mi abbia insegnato che insegnare significa amare, di come mi abbia fatto comprendere il vero significato della passione.
“Il Signor Canto mi indica sempre il Rispetto verso di NOI in generale,” ho digitato, pensando a come la musica sia un linguaggio universale che unisce le persone.
All’alba, mi sono reso conto di aver passato l’intera notte a scrivere. Rileggendo le mie parole sullo schermo del computer, mi sono sentito sopraffatto dall’emozione. Avevo messo nero su bianco non solo i miei pensieri sul canto, ma anche le mie paure, le mie sconfitte e i miei desideri più profondi.
Mi sono alzato dalla sedia, stiracchiandomi. Nonostante la notte insonne, mi sentivo stranamente rinvigorito. Ho guardato fuori dalla finestra, verso le strade di Trinità che si stavano lentamente animando. Questo 9 novembre, iniziato come un giorno qualunque, si era trasformato in un momento di profonda introspezione.
Mentre mi preparavo per la giornata, mi sono promesso di rimanere fedele agli insegnamenti del Signor Canto. So che non sarà facile, che ci saranno cadute e momenti di dubbio. Ma ora ho un promemoria, un manifesto personale a cui tornare nei momenti difficili.
“Aderire ogni giorno a questo sentire è una continua scalata,” ho mormorato tra me e me, “ma è una scalata che vale la pena affrontare.”
Forse un giorno, rileggerò queste parole e ricorderò questa notte speciale, questa rivelazione del Signor Canto. Mi chiedo cosa penserò allora di questo momento, di queste riflessioni. Ma per ora, vivo nel presente, grato per questa esperienza e per il dono della musica nella mia vita.
Certe volte un incubo può diventare il mezzo per poter credere nei propri SOGNI.
Un abbraccio vocale
Albert
Leggi anche l’articolo: L’entrainment musicale: un fenomeno complesso tra neuroscienze e musicologia
Leggendo il tuo scritto mi sono emozionata. Grazie per aver condiviso qualcosa di così personale, intimo e profondo.
Ho letto il tuo post questa mattina appena è stato pubblicato… forse il Signor Canto ha visitato anche me stanotte!
Grazie