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#salviamoilcanto 28.07.2019
In questo periodo sento davvero, forse più che mai, che ci si aspetta dal canto una perfezione assoluta. Sembra quasi che solo chi riesca a raggiungere un livello tecnico straordinario, spesso supportato da strumenti come autotune o melodyne, possa essere davvero preso in considerazione nel panorama musicale.
Eppure, mi domando cosa accadrebbe se questi correttori venissero improvvisamente banditi da un giorno all’altro. Forse ci troveremmo di fronte a qualcosa di nuovo, o forse di antico: l’autentica espressione dell’imperfezione vocale, quella che racconta davvero chi siamo.
Ho sempre pensato che nell’arte, e in particolare nella voce, la vera forza sia la sincerità. Oggi, invece, noto una tendenza ad appiattirsi su uno standard globale di perfezione che rischia di soffocare la nostra unicità.
Per me “sincerità” significa anche non aver paura di mostrare le proprie crepe e le proprie sfumature quelle piccole imperfezioni che rendono la voce viva, personale, irripetibile.
Credo profondamente che dovremmo recuperare il coraggio di mostrarci così come siamo, accettando l’imperfetto come il mezzo che ci rende unici. Solo così il canto può davvero distinguersi e lasciare un segno autentico nel cuore di chi ci ascolta.
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