Didattica

Circlesinging for children: il cerchio imperfetto, educare attraverso il fare

Il Cerchio Imperfetto inizia il suo viaggio da una ricerca per la mia tesi del corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica.

 

il cerchio imperfettoNasce da una ricerca personale in collaborazione con il M° Albert Hera, pioniere del canto in cerchio in Italia ed il Prof. Gianpaolo Chiriacò, etnomusicologo e ricercatore dell’Università del Salento.
Guardando con occhi diversi alla pedagogia musicale e ai numerosi metodi che la didattica della stessa propone nella scuola, ho provato a tracciare i confini di un laboratorio (con l’obiettivo di poter giungere ad un vero e proprio metodo) che potesse contribuire ad una prima alfabetizzazione musicale del bambino, attraverso una particolare attenzione e sensibilizzazione all’attività vocale e alle attività in cerchio.

La ricerca è partita da quelli che sono i principi generali che avevo conosciuto attraverso le Circlesong nelle attività di Albert Hera, ma con un occhio attento al mondo dei nostri bambini in un periodo storico in cui nascono e crescono bombardati dalla tecnologia e da una società che già impone loro modelli standardizzati.

Da qui ho scelto di sposare la “Non Formal Education” ed in particolare il concetto dell’Educare attraverso il fare, abbandonando programmi che seguono strutture precostituite e prediligendo tutte le strategie che permettono di staccarsi dai nozionismi, non perché inutili, ma perché più semplici da affrontare tramite un percorso che parta dall’esperienza per giungere poi alla conoscenza.

Il viaggio del “mio” piccolo cerchio non è stato facile… tanto da farlo diventare un “Cerchio imperfetto”. Offuscata dal mio rapporto con il circlesinging e dalla perfezione della figura circolare, mi sono trovata a dovermi allontanare dalla stessa per comprendere gli ostacoli, le brusche fermate, i cambi di direzione ed i risultati inattesi che stavo incontrando. Molte attività, che in origine erano state pensate in cerchio, per poter essere “accettate” dai piccoli improvvisatori, sono state plasmate e hanno seguito nuove forme.

cerchio imperfetto laboratorioIl laboratorio, che oggi è entrato nelle classi di scuola primaria, non ha sempre vita facile ed alcune volte si trova in contrasto con chi, troppo spesso, lavora su programmi “preconfezionati” e che fondano i loro cardini sull’apprendimento mnemonico o l’interrogazione, dimenticando che, invece, proprio la creatività sviluppa la capacità di adattamento, autostima e resilienza.

Le attività proposte, fatte di risate, giochi, improvvisazione, pazzie, mondi immaginari, hanno l’intento di educare i bambini a non agire velocemente, ma a pensare ed analizzare le proprie idee esprimendo le naturali inclinazioni, senza fretta, senza la paura di essere giudicati e radicando i concetti di condivisione ed accettazione.

Nel cerchio imperfetto i bambini abbandonano il banco. Hanno la libertà di stare seduti, in piedi o ancora scalzi, di partecipare a loro modo senza essere forzati. L’educatore non è un maestro ma un facilitatore che seguirà le regole dettate dal gruppo, offrirà percorsi e suggerirà destinazioni coadiuvandolo se il viaggio diventerà confuso ma rimanendo aperto alle possibilità “dell’inaspettato”, rinunciando al controllo e fidandosi della direzione che naturalmente verrà presa. I bambini saranno incoraggiati ad avere un significativo contributo nell’apprendimento e ricoprire, loro stessi, il ruolo di facilitatore all’interno delle varie attività.

Gli approcci musicali non formali, avranno la finalità di trasmettere l’apprendimento voce-musica, attraverso l’uso della body percussion, l’ascolto e l’esecuzione, la composizione e l’improvvisazione, l’abbandono delle parole, la conoscenza di canti popolari provenienti da tutto il mondo; attività musicali quindi, ma con l’obiettivo di permettere al bambino di:

La voce, come una carta d’identità che fornisce infinite informazioni, diviene finalmente protagonista grazie alla sua capacità di scardinare sovrastrutture, favorendo il contatto con il mondo interiore del bambino.

Quello che cerco di trasmettere, lo vivo io stessa, ogni giorno, durante l’attività di ricerca, con la voglia di condividere e arricchirmi del sapere degli altri, con la speranza che il “Cerchio Imperfetto” non trovi mai un unico centro e possa raggiungere infiniti mondi.


Leggi l’articolo: Bobby Mcferrin: il documentario quando la voce diventa suono

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