Il canto oltre i numeri

#salviamoilcanto 28.07.2025 Oggi mi sorprendo a riflettere su come, osservando fotografie o leggendo pensieri che circolano in questo mondo pseudo-socializzante, ci...
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#salviamoilcanto 28.07.2025

Oggi mi sorprendo a riflettere su come, osservando fotografie o leggendo pensieri che circolano in questo mondo pseudo-socializzante, ci ritroviamo spesso a definire arte ciò che “fa numero”.

Il numero: followers, like, biglietti venduti. Sento sempre più prepotente la pressione di dover dimostrare che abbiamo un seguito, che valiamo qualcosa, e che a questo venga collegato il valore di ciò che creiamo. Giorno dopo giorno assisto a questo fenomeno e mi sembra che l’arte diventi sempre più priva di vera bellezza e unicità, svuotata dalla ricerca disperata dell’approvazione collettiva.

Credo profondamente che il compito di chi fa arte sia un altro: inseguire un credo, non un numero.
Mi appoggio nella mia ricerca quotidiana a persone e artisti che in vita sono stati poco compresi o addirittura ignorati, e solo dopo la loro morte il mondo si è accorto di chi erano davvero.

“Morti sul campo”, spesso nel silenzio, portando con sé una sensibilità rara che permetteva loro di creare qualcosa di magico, di inspiegabile.

Oggi il mio pensiero è rivolto a loro, modelli silenziosi che ogni giorno mi indicano una strada diversa una strada che non ha bisogno di numeri, ma di pura bellezza.

Finché rincorriamo il sold out stiamo solo mettendo al centro un altro numero, perdendo la possibilità di riconoscere l’esistenza di margini, di luoghi dove persone soffrono in silenzio semplicemente perché non hanno la forza o la fortuna di poter portare la loro arte alla luce.

Viviamo in una società priva di delicatezza verso queste zone d’ombra, e il rischio è diventare artisti voraci, sempre alla conquista di tutto, desiderosi di spazio e immortalità, dimenticando che la vera capacità non si misura così.

Ogni singolo giorno mi chiedo come poter restare coerente a questo pensiero, in un mondo che racconta tanto ma crea poco, in un mondo che cerca ma si nasconde spesso dietro l’ipocrisia.

Sento che il canto e con lei l’arte tutta dovrebbe ritrovare umiltà, reclamare per sé uno spazio piccolo, autentico, in cui la vera visibilità risieda semplicemente nell’incontro tra me e ciò che esce da me.

Sono convinto che ogni giorno sia speciale proprio perché posso offrire un mio canto, una mia creazione, senza dover chiedere nulla in cambio.
Questa è, per me, la vera forza dell’essere artista: continuare a esistere attraverso la bellezza, anche e soprattutto quando la società non ti considera.
🙏 La mia preghiera: non arrenderti mai, non pensare di raggiungere il successo ma pensa di credere in quello che sei e quello che credi.
Ogni piccolo gesto, ogni creazione, non ha bisogno di essere giudicata o riconosciuta, ma lasciata andare, libera di fluire nell’infinito spazio sonoro della vita. 
❤

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Leggi anche l’articolo: Intervista a Finaz

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    Albert Hera

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