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Ma che lavoro fai? Sono una logopedista cantante
Una quindicina di anni fa, ad un Convegno sulla Voce, mi sono ritrovata a presentarmi in questo modo: “Buongiorno, sono una cantante e faccio la logopedista”. È stata un’espressione spontanea, proferita praticamente senza pensarci, ma probabilmente ha colto l’essenza di ciò che più mi rappresenta.
Raramente il lavoro che facciamo è anche totalmente emblematico di ciò che sentiamo di essere, forse l’unica eccezione è quando si tratta di un’attività artistica… Effettivamente io sono diventata Logopedista a 44 anni e proprio perché circa cinque anni prima, da cantante, mi ero imbattuta nell’approccio Estill Voice Training.
Scrivo le poche righe che seguono perché spero possano essere di conforto e ispirazione a chi, magari, si senta indeciso sulla strada da prendere soprattutto a causa di un’età non più verdissima.
È davvero possibile smettere di cantare ?
Cantante amatoriale da sempre e poi semi-professionale dai 23 anni, ero stata cantante e corista professionista dai 28 ai 33 anni, decidendo poi di smettere la vita da nomade e rientrare ad un’esistenza più stabilmente orbitante intorno a casa, primariamente a causa di esigenze familiari impellenti, ma anche perché avevo ormai capito che i mondi dello spettacolo, della televisione e il mio non viaggiavano esattamente su orbite compatibili.
Anche se allora ho ripreso a fare un lavoro “normale”, non ho smesso di cantare (è davvero possibile farlo?). Mariella Farina, mia cara amica e collega vocale nel gruppo jazz con cui ci esibivamo regolarmente negli anni ’90, continuava ad insistere perché io insegnassi canto (cosa rispetto a cui non mi sentivo assolutamente pronta) e soprattutto che frequentassi i corsi di Jo Estill, cantante e ricercatrice americana che una volta all’anno veniva invitata a tenere seminari anche in Italia.
In quel periodo della mia vita non mi potevo permettere economicamente una settimana di workshop residenziale, ma nel 2000 approfittai di una giornata di presentazione gratuita, tenuta da due insegnanti italiane formate da Jo stessa, e lì fui davvero colpita da un fulmine.
Imparare le basi medico-scientifiche della produzione vocale .
Capii in un istante che quella era esattamente la strada che volevo percorrere, e che prima di quel momento nemmeno sapevo che esistesse: imparare basi medico-scientifiche rispetto alla produzione del suono della voce, senza pregiudizi stilistico-estetici (tenete presente che negli anni ’80 e ‘90 se volevi studiare canto pop, rock, jazz, blues o gospel non c’era altra scelta che rivolgersi ad un insegnante formato in canto lirico), imparando a capire e gestire meglio la mia voce e contemporaneamente creare delle competenze solide per poter insegnare ad usare la voce anche ad altre persone.
Unire l’Arte e la Scienza applicata mi sembrava il mix più affascinante del mondo!
E fu così che da lì ad un anno, stimolata dall’approccio anatomo-fisiologico di Estill Voice Training e ispirata dalla storia personale della stessa Jo Estill, che tornò a studiare otorinolaringoiatria dopo i quarant’anni, tentai il test di ingresso per la triennale di Logopedia all’Università di Milano e, nonostante la mia non più tenera mente e soli 25 posti disponibili, riuscii a passare brillantemente, cosa che presi filosoficamente come un inequivocabile segno che quella fosse la direzione giusta per me.
Il canto è un destino, la Professione è una scelta
Forse questo è il morivo per cui sento di essere una cantante e di fare la Logopedista: il canto non è una scelta, è un destino (un’altra cara amica, la cantante e didatta Raffaella Misiti, dice “Volevo fare altro, ma il canto mi ha rincorso”), mentre cambiare completamente vita per frequentare i tre anni di Università e reinventarmi in una nuova professione è stata davvero una scelta, profondamente voluta e felicemente portata avanti, con quella convinzione e quel “fuoco” che ho scoperto ardere dentro di me ad oltre quarant’anni e che ancora – per mia fortuna! – non si è attenuato.
“Una persona è realizzata quando fa per mestiere qualcosa che farebbe gratis”. (George Bernard Shaw)
Dopo la laurea, ho coronato alcuni dei miei desideri più ambiziosi, tra cui poter collaborare con esimi Foniatri italiani e stranieri, primo tra tutti il Dott. Franco Fussi. Ho avuto l’onore e la fortuna di essere parte di un team di ricerca fortissimo, guidato dal Dott. Nico Paolillo, per investigare uno degli esercizi che più mi incuriosiva e affascinava da anni: il vocal fry inspiratorio.
Ho il grandissimo privilegio di essere docente in alcuni dei più prestigiosi Master in ambito vocologico, proprio grazie all’esperienza maturata nell’applicazione del Modello Estill alla logopedia.
Ho contribuito con gioia alla “rinascita vocale” di molti cantanti e attori, anche famosi, di cui per riservatezza professionale non faccio nomi, ma che rimangono vividi nella mia gratitudine per tutto quello che mi hanno dato la possibilità di imparare.
Tre anni fa ho anche realizzato un mio antico sogno nel cassetto, quello di scrivere un libro sul buon utilizzo della voce da parte di tutti coloro che ne sentano il bisogno o ne nutrano la curiosità, quindi non solo cantanti e attori (che comunque rimangono la categoria più “coccolata” e studiata nell’ambiente vocologico).
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Nonostante tutti queste (per me) incredibili soddisfazioni, e forse proprio a causa delle conseguenti frequentazioni con figure mediche e didattiche sempre impegnate a dare il massimo, non sono davvero mai riuscita a smettere di studiare, e l’anno scorso mi sono anche iscritta alla Laurea Magistrale in Scienze Cognitive, ad indirizzo Neuroscienze Applicate.
Una follia, alla mia età, ma si sa… gli artisti sono tutti un po’ folli!!
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