Polipo alle corde vocali: trattamento logopedico
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Un caso clinico di polipo alle corde vocali.
Il caso clinico presentato nel seguente articolo riguarda un cantante moderno a cui è stato diagnosticato un polipo alle corde vocali, in seguito a sforzo fonatorio e del successo del solo trattamento logopedico classico nella cura senza intervento.
L’incidente, avvenuto nel mese di dicembre dello scorso anno, ha provocato una rottura del vaso sanguigno e determinato la presenza di polipo alle corde vocali angiomatoso, posizionato sulla corda vocale destra con risentimento edematoso del bordo.
In seguito all’evento eziopatogenetico il paziente ha accusato sin da subito fatica fonatoria, break vocali e difficoltà nel gestire il registro acuto dell’estensione, con perdita del registro acuto di falsetto e difficoltà nell’esecuzione di brani. In seguito all’evento , il paziente si è rivolto al foniatra per una visita, il quale ha confermato la presenza del polipo angiomatoso da sforzo al III medio della cv destra, e prescritto ciclo di logopedia.
Successivamente il paziente è giunto a visita logopedica per una valutazione. La valutazione logopedica si propone di individuare le caratteristiche vocali del paziente e stabilire il punto di partenza per il trattamento. Dal controllo attraverso spettrografia si conferma la presenza di break vocali(rotture ) e fatica fonatoria , con segnale prodotto instabile e altalenante. La valutazione posturale non ha mostrato particolari problematiche e si evince la presenza di una respirazione diaframmatica competente.
Nell’autovalutazione il paziente ha riportato difficoltà soprattutto nell’area fisica e funzionale ma non in quella emotiva: tuttavia il paziente riporta un senso di disagio nel vivere una voce difficoltosa da emettere e con peggioramento della frequenza fondamentale.
Per aiutare una migliore definizione della propria voce e del proprio stato interno, all’interno della valutazione logopedica, oltre all’iter classico valutativo sono stati inseriti i questionari di autovalutazione per il cantante moderno ( CSHI) e la scheda SDA per la consapevolezza sull’auto ascolto [1], secondo un approccio di counseling. In seguito ad un primo bilancio si è impostata una terapia di tipo ‘sandwich’ ( trattamento preoperatorio – operazione – trattamento post operatorio) per preparare il paziente ad un’eventuale operazione.
Il percorso è partito con il rilassamento psicomotorio e l’impostazione di una corretta coordinazione pneumofonica. In questa fase il paziente ha preso coscienza del proprio organo vocale e del proprio equilibrio psicomotorio. Successivamente sono state fornite poi indicazioni di igiene vocale e norme ambientali per limitare il surmenage ( sforzo fonatorio inteso come eccessivo utilizzo), inserendo pian piano tecniche di riscaldamento e raffreddamento vocale.
Sul piano dell’eserciziario vocale il paziente non ha effettuato sforzi e ha lavorato prevalentemente sull’attacco morbido, su emissioni dolci e masticazioni ai fini del rilassamento muscolare della mandibola e per ammorbidire l’articolazione periferica.
Nell’eserciziario sono state inserite parole che iniziano per vocale per favorire lo scioglimento delle tensioni a livello della mandibola e un lavoro sulla prosodia e sulla consapevolezza della frequenza e della intensità utilizzate.
Essendo il paziente un cantante jazz , egli ha espresso l’esigenza di lavorare sui registri e in particolare sulle note di passaggio verso il falsetto.
In un primo momento ho sconsigliato il lavoro sul cantato per evitare tensioni eccessive emesse in una situazione non propriamente eufonica, tuttavia sono stati consigliati esercizi di messa in voce con piccoli glissati per favorire lo stretching della corda. Sono stati inseriti anche esercizi di rilassamento generale , con rotazioni del capo e trilli secondo il protocollo della Dottoressa Mara Behlau.
Infine , più avanti nel percorso , ho inserito qualche esercizio di SOVTE ( esercizi a vocal tract semioccuso[2]) per aiutare il paziente nell’emissione e nel potenziamento delle risonanze, con ottimi riscontri e feedback sul piano propriocettivo. L’insieme di queste tecniche , fornite con ordine e secondo una sequenza ordinata ma non necessariamente rigida , hanno permesso di raggiungere ottimi risultati senza necessità di ricorrere all’operazione chirurgica. Il paziente si sente molto soddisfatto del percorso e ha effettuato il tutto con motivazione e diligenza, essendo anche abituato al lavoro didattico vocale.
Nel raggiungimento di un outcome ottimale ha avuto sicuramente un ruolo importante l’alleanza tra clinico e paziente, legata all’utilizzo di un linguaggio comune e di un’ascolto attivo da parte del terapista, collocando il paziente nel suo ambiente e pianificando il trattamento tenendo conto delle situazioni ambientali e contestuali. Il paziente d’altro canto ha effettuato un lavoro ottimale in autonomia, spinto da forte motivazione e da desiderio di tornare a cantare: durante tutto il periodo di terapia è stato infatti prescritto riposo vocale , adeguatamente rispettato.
Ad oggi il polipo alle corde vocali si è completamente ridimensionato in seguito alla visita otorino effettuata nel mese di maggio e non è stato più necessario il ricorso alla chirurgia, confermando quindi il successo del solo ciclo di logopedia ai fini del superamento della patologia organica, oltre che l’importanza del rapporto umano e della collaborazione basata sull’empatia e sull’ascolto tra i partecipanti al percorso di cura.
Federica Meda
Logopedista e Vocologa artistica
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