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La musica tradizionale giapponese come viaggio multisensoriale
Immaginate di trovarvi in un antico tempio giapponese, avvolti dal profumo dell’incenso e dal fruscio delle foglie mosse dal vento. All’improvviso, il silenzio viene interrotto da una voce eterea che inizia a cantare, accompagnata dal suono delicato di uno shamisen. Questo è solo l’inizio del vostro viaggio nel mondo affascinante e complesso della musica tradizionale giapponese.
L’hogaku, come viene chiamata la musica tradizionale in Giappone, è un’arte millenaria che affonda le sue radici nella storia e nella cultura del paese del Sol Levante. A differenza della musica occidentale, che spesso cerca di essere un’arte a sé stante, l’hogaku è profondamente intrecciata con altre forme artistiche, creando un’esperienza multisensoriale unica.
“La musica giapponese è come un giardino zen”, spiega il musicologo Shigeo Kishibe nel suo libro “The Traditional Music of Japan”. “Ogni suono, ogni pausa, ha un significato preciso e contribuisce a creare un’armonia unica”.
Una delle caratteristiche più sorprendenti dell’hogaku è la predominanza della voce cantata. Fin dall’antichità, i giapponesi hanno dato grande importanza al canto, come testimonia il Kojiki, il più antico documento scritto in lingua giapponese, che contiene i testi di ben 113 canti.
Utaimono e Katarimono: le due anime della musica vocale giapponese
Il canto giapponese si divide in due grandi categorie: utaimono e katarimono. L’utaimono, letteralmente “cose cantate”, è un canto simile alle nostre canzoni. In questo stile, la melodia è l’elemento principale, mentre il testo assume un ruolo secondario. I cantanti utilizzano spesso melismi, o abbellimenti, creando un effetto ipnotico e coinvolgente.
Il katarimono, invece, è più vicino alla declamazione che al canto vero e proprio. In questo stile, il testo è l’elemento centrale e la musica si adatta alle sue inflessioni naturali. “Nel katarimono, ogni parola è come una pennellata in un dipinto”, afferma la cantante Junko Ueda in un’intervista al Japan Times. “Il nostro compito è far emergere il significato profondo del testo attraverso la nostra voce”.
Per apprezzare appieno queste due forme musicali, vi consiglio di ascoltare due brani emblematici:
1. Per l’utaimono: “Sakura Sakura”, una famosa canzone popolare giapponese che celebra la fioritura dei ciliegi.
2. Per il katarimono: Ecco “Il tanuki e il viaggiatore”, questo racconto popolare giapponese narra la storia di Sakuzō, un viaggiatore che cade vittima di uno scherzo di un tanuki, una creatura leggendaria del folklore nipponico.
L’hogaku e le altre arti: un’armonia perfetta
Una delle caratteristiche più affascinanti della musica tradizionale giapponese è il suo stretto legame con altre forme d’arte. Non è raro assistere a spettacoli in cui musica, teatro, danza e poesia si fondono in un’unica, straordinaria esperienza.
Il teatro nō, ad esempio, è accompagnato dal yōkyoku, una forma musicale che combina canto e recitazione. Il bunraku, il teatro delle marionette, è inseparabile dal gidayūbushi, un tipo di narrazione musicale che dà voce ai personaggi. E nel kabuki, il teatro popolare giapponese, la musica nagauta crea l’atmosfera e sottolinea i momenti chiave della rappresentazione.
Per sperimentare questa fusione di arti, vi consiglio di guardare un estratto dello spettacolo “Yoshitsune Senbon Zakura” del teatro kabuki, disponibile sul canale YouTube ufficiale del Teatro Nazionale del Giappone. Osservate come la musica si intreccia perfettamente con i movimenti degli attori e la scenografia, creando un’esperienza totalizzante.
Un viaggio sonoro attraverso il tempo
La musica tradizionale giapponese non è un’arte statica, ma un organismo vivente che si è evoluto nel corso dei secoli. Dal gagaku, l’antica musica di corte importata dalla Cina nel VII secolo, fino alle moderne interpretazioni dell’hogaku che incorporano elementi della musica occidentale, ogni genere racconta una parte della storia giapponese.
Per un viaggio cronologico attraverso la musica giapponese, vi suggerisco di esplorare la playlist “Japanese Traditional Music”.
In conclusione, la musica tradizionale giapponese è molto più di una semplice successione di note. È un viaggio attraverso la storia, la cultura e l’anima del Giappone. Come scrive il compositore Toru Takemitsu nel suo saggio “Confronting Silence”, “La musica giapponese non cerca di dominare il silenzio, ma di farne parte”. E forse è proprio questo il segreto del suo fascino senza tempo.
Per approfondire ulteriormente questo affascinante argomento, vi consiglio di visitare il sito web del National Theatre of Japan, dove potrete trovare informazioni dettagliate sui vari generi musicali tradizionali e sul calendario degli spettacoli.
Che il vostro viaggio nella musica tradizionale giapponese sia ricco di scoperte e meraviglie sonore.
Buon ascolto!
Albert
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