Tiempos impares en música pop

TRATTO DA SIING MAGAZINE VOL. 14 Articolo scritto da Marco Forgione Hai mai ascoltato una canzone pop e percepito qualcosa di diverso, un ritmo insolito che ti faceva muovere in modo nuovo senza sapere perché? Forse stavi ballando su un tempo dispari senza accorgertene! In questo articolo esploreremo i tempi dispari nella musica pop, scoprendo come artisti come Sting, Peter Gabriel e Lucio Dalla abbiano utilizzato strutture ritmiche inusuali per creare brani indimenticabili. [ihc-hide-content ihc_mb_type="show" ihc_mb_who="6,14,16" ihc_mb_template="8" ] La maggior parte della musica pop occidentale, che passa alla radio e della musica dance ballata nelle discoteche di mezzo mondo, è caratterizzata dall’utilizzo predominante di metri che permettono, grazie alla loro regolarità e facilità di ascolto, di arrivare in modo diretto all’ascoltatore, facilitando la loro “orecchiabilità” e memorizzazione: parliamo principalmente del metro 4/4, nel quale le battute musicali sono formate da 4 movimenti. Il metro rappresenta l’impalcatura e il contenitore, all’interno dei quali vengono costruiti ritmi e melodie. Il metro viene codificato con una frazione: il numeratore rappresenta il numero di movimenti all’interno della battuta e il denominatore indica il valore di ciascun movimento. Quando parliamo di 4/4 significa che ogni battuta della canzone è formata da 4 movimenti da un quarto (1/4), aggiungiamo che essa è caratterizzata dalla successione di accenti forte-debole-mezzoforte-debole: l’accento più forte è quindi sul battere della battuta. È possibile approfondire il tema dei metri e dei ritmi sui vari libri di teoria musicale, in questo articolo mi limito a dare queste poche coordinate per poterci orientare meglio nel discorso. La storia della musica pop ha saputo regalare canzoni in grado di scalare le classifiche, facendosi apprezzare da milioni di ascoltatori, pur utilizzando metri meno diretti e usuali. Parliamo dei metri dispari, meglio conosciuti come tempi dispari: ne sono un esempio il 5/4 e il 7/4, rispettivamente con 5 e 7 movimenti per ogni battuta. In questo articolo vorrei presentare proprio alcuni di questi brani che, pur utilizzando una struttura meno abituale ai più, hanno saputo colpire nel segno facendosi apprezzare dal grande pubblico. Probabilmente la maggior parte degli ascoltatori non ha identificato questa caratteristica, altri forse hanno percepito qualcosa di “strano” senza però saper dare un nome a ciò che stavano ascoltando. Come cantanti e musicisti, ascoltare e approcciarsi anche a sonorità meno abituali, può rivelarsi un ottimo strumento didattico. Cimentarci con metri e ritmi meno immediati ci costringe a rivalutare i nostri equilibri e a fare, inevitabilmente, qualche passo in avanti nel nostro percorso di studio e ricerca. “Seven days” - Sting Ciò che colpisce di questo brano è come, nonostante la canzone sia interamente costruita su una metrica di 5/4, gli incastri fra i vari strumenti e la voce riescano a far scorrere il brano quasi “nascondendo” la sua caratteristica dispari. In altri generi, come per esempio il progressive, l’intenzione è proprio l’opposto: l’irregolarità ritmica è un tratto distintivo e ricorrente da marcare ed evidenziare. Per quanto riguarda la parte cantata, possiamo notare che sul ritornello Sting inizia le frasi sul battere della battuta andando a rafforzare con la voce l’accento forte di ogni battuta. Questo invece non avviene sulle strofe, dove l’inizio delle frasi cantate parte quasi sempre sul levare dei movimenti. “Solsbury Hill” - Peter Gabriel Un altro brano di successo, primo singolo della carriera solista di Peter Gabriel, e un altro tempo dispari, in questo caso il 7/4, che continua per tutto il brano. Questo metro viene però interpretato in due modalità diverse, infatti nella parte strumentale gli accenti vanno a disegnare un 3+4 (gli accenti della battuta sono sul primo e sul quarto movimento) mentre invece quando entra la parte cantata il disegno ritmico rimanda a un 4+3 (gli accenti sono sul primo e sul quinto movimento). Nella strofa è molto interessante evidenziare come la voce entri sul quinto movimento, dopo i primi 4 movimenti, per poi durare 4 quarti: così facendo, la voce va a terminare la sua frase nel momento in cui riparte la nuova battuta da 7/4. “Le rondini” - Lucio Dalla Concludiamo gli ascolti con un brano del cantautorato italiano, chiamando in causa uno dei più grandi autori e interpreti del panorama musicale italiano che de “Le rondini” ha scritto il testo musicato dal musicista e produttore Mauro Malavasi. A differenza dei brani precedenti, in questo caso non abbiamo un’impalcatura metrica dispari che dura per tutto il brano, ma un inserimento metrico dispari all’interno di un’impalcatura in 4/4. Ascoltando e contando con attenzione la parte con il tema principale fischiato (ma vale anche per la strofa) è possibile trovare un ciclo composto da 4+4+4+4+4+5+4+5+4+4. Ecco che si presenta quindi un’altra possibilità: utilizzare metri diversi all’interno dello stesso brano. Contare cosa avviene a livello metrico e ritmico all’interno dei brani rappresenta, a mio avviso, un esercizio divertente e formativo; spero con questo articolo di avervi fatto venire la voglia di provarci e, nel tempo, di analizzare brani di complessità gradualmente maggiore. [/ihc-hide-content] Leggi anche l'articolo: Siing Magazine Vol. 13 – Estratto