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Enciclopedia dei ritmi: l’importanza del tempo nel canto

Enciclopedia dei ritmi

ritmi-e-solfeggio

Autore: di MICALIZZI C. (Autore)
Editore:
‎ Ricordi (1 giugno 1998)
Lingua: ‎ Italiano
Copertina flessibile: ‎ 78 pagine

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-Ci vediamo in testa al treno, mi affaccio dal finestrino così mi vedi!!-
-Ok, sta arrivando!…Il regionale delle 7.47 passava prima da Mary, che argutamente prendeva i posti, quelli da 4 in modo da stare comode, e poi salivo io al volo,direzione Accademia, direzione Lezione di Teoria e Solfeggio, Lettura Ritmica, Analisi Armonica e Tecnica Vocale.
Un’ora e 10 minuti di tragitto in treno ben organizzata.

Le regole erano:

√ occhiali da sole su, perché gli occhi erano gonfi dalle poche ore di sonno che mi regalava il lavoro da cameriera della sera precedente

√ chi arrivava con anticipo in stazione prendeva la brioches all’altra (ai frutti di bosco e se proprio non c’è, integrale al miele) innumerevoli volte nessuna delle due riusciva e qualche volta è successo anche di ritrovarci con 4 brioches

√ i primi 20 minuti la conversazione doveva essere limitata a pochi convenevoli, giusto un “come stai” di cortesia, con risposta un mugugno che chiarificava lo stato di coma mattutino.

Carburata la mattinata con annessa colazione in treno, la prassi era più o meno la solita:

Ammetto che non mi ha mai pervaso la gioia all’idea di solfeggiare (a chi piace il solfeggio? siate sinceri con il vostro cuore) ma volevo imparare e quindi non mollavo.
E così partiva la lezione di solfeggio in treno, con la coda tra le gambe di chi sa che avrebbe dovuto fare di più, con l’ansia del cazziatone che sarebbe arrivato giustamente dall’insegnante per l’ennesima volta, e con quella cattiveria che solo poche figure ritmiche sanno suscitarti.
Perciò si arrivava in Accademia con le cosce doloranti, perché invece di tenere il quarto come le persone normali, ogni volta che mi incartavo su qualche passaggio la mia mano si trasformava in un battipanni di legno infliggendomi pene corporali miste a nervosismo.

Nel mio percorso di studi (sia quello in treno che quello in Accademia) ho compreso che due cose secondo me, sono essenziali per la vita del cantante:

Essere intonati e andare a tempo.

E per andare a tempo occorre contare.

Non ci sono trucchi magici o sensazioni particolari da comprendere, e per imparare occorre studiare, che prevede anche leggere ed esercitarsi fino a che le cose non scorrono e i tempi iniziano a prendere forma.

Ecco cosa mi ha ricordato la lettura di questo meraviglioso libro!

“Enciclopedia dei Ritmi per Batteria e Basso” di Cristiano Micalizzi, oltre 200 ritmi spiegati e incisi su cd allegato con tanto di basso sul canale destro , batteria sul sinistro e click al centro, per poter studiare indipendentemente gli strumenti nei vari ritmi.

78 pagine di puro esercizio, con una breve semplice introduzione su come leggere e suonare le note per la batteria (suonata nel Cd allegato dallo stesso Cristiano Micalizzi) e come suonare le note basso (suonato da Francesco Puglisi).

E poi via per i vari generi dal Pop Rock, al Charleston passando dai ritmi Shuffle e senza dimenticare il Jazz New Orleans, Dixieland, Boogie Woogie e Bebop, e quando pensi che il terzinato sia ok, il 12/8 Funk è pronto per metterti alla prova!

Insomma un potpurri di ritmi spiegati su partiture chiare e introdotte con un cenno storico e tecnico sul genere trattato, con una guida all’ascolto in coda al libro, per non farsi sfuggire le raccolte di dischi più esemplificativi dei vari generi.
Un libro ben fatto, semplice e completo, da sfogliare 2 volte a settimana per tutti i musicisti (e quindi anche quelli che suonano la voce) perché dirò la cosa più scontata del mondo: Non si smette mai di imparare, ma l’errore più grande che possiamo fare è dare qualcosa per scontato quando non lo è, perfino un 4/4.


Leggi anche l’articolo: Perchè la scuola uccide la creatività?

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